Sergio Endrigo, mio padre by Claudia Endrigo

Sergio Endrigo, mio padre by Claudia Endrigo

autore:Claudia Endrigo [Endrigo, Claudia]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Baldini&Castoldi
pubblicato: 2021-04-17T04:00:00+00:00


Nel gennaio del 2004, con il patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia e della Provincia di Udine, su idea di Alberto Zeppieri esce per la casa discografica Numar Un «Cjantant Endrigo» («Cantando Endrigo»), un cd di canzoni di papà tradotte in friulano: lui interpreta 1947 e Altre emozioni. Riccardo Illy, allora presidente della Regione, si esprime così: «Riproporre in lingua friulana testi di Sergio Endrigo, uno dei più importanti e sensibili autori della canzone italiana, ha dato risultati sorprendenti».

Poi, Michele Bovi gli chiede di condurre una puntata di Eventi Pop, 50 anni di cantautori; quindi è la volta di un concerto al Teatro Quirino di Roma, patrocinato dal Comune, in occasione del quale l’assessore alle Politiche Culturali gli consegna il Premio alla carriera – tra i tanti ospiti anche Amedeo Minghi, che ha per lui parole di ammirazione. Canta anche a Desio e a Zagabria, con Arsen Dedić, e a Porto San Giorgio.

Infine arriva l’invito a una trasmissione RAI, Le più belle canzoni di Sanremo, ma papà rifiuta. La motivazione la spiega in una lettera: «Ringrazio la RAI di avermi invitato alla suddetta trasmissione ma ho deciso di non accettare l’invito. Quando “Sanremo era Sanremo”, nel ’68, ho vinto insieme a Roberto Carlos con Canzone per te. Nel ’69 sono arrivato secondo con Lontano dagli occhi e nel ’70 terzo con L’arca di Noè, la prima canzone sull’ambiente… almeno in Italia. Nel ’73 ho avuto il premio della critica per Elisa Elisa. Ora mi invitano a cantare la canzone con la quale ho vinto ed eventualmente un ritornellino dell’Arca di Noè. Ho letto su Televideo le 50 canzoni di Sanremo scelte non so da chi e io non sono d’accordo. E poi mi dispiace che manchino cantanti come Gino Paoli, Ornella Vanoni, Marisa Sannia, Milva, e perfino Vasco Rossi e altri… Inoltre ci sono più di dieci cantanti che canteranno due canzoni. Sto scrivendo queste cose per giustificare il mio rifiuto ai miei amici, ai miei ammiratori… Nella mia vita avrei voluto diventare un comico ma mai… una spalla».

Ma pare che dire quello che si pensa non paghi. Risale a marzo del 2005 la sua ultima apparizione in pubblico: viene invitato a Sanremo, quell’anno presentato da Paolo Bonolis. Poco dopo rientra, come succedeva spesso, al Santa Lucia per un periodo di riabilitazione. Ma all’improvviso ricevo una chiamata, papà ha l’affanno e non sta in piedi, tac d’urgenza e – il 15 aprile – il responso: tumore ai polmoni. I medici si consultano prima con me: decidiamo insieme che, data la fragilità di papà, è meglio non dirgli nulla; viene organizzato in fretta il trasferimento in un altro ospedale. A questo punto, fatti tutti gli accertamenti necessari, purtroppo non c’è più niente da fare. Il tumore è ormai ovunque.

La diagnosi mi arriva come una coltellata, come se una parte di me avesse continuato – malgrado tutto – a sperare. Capisco immediatamente che suona come una condanna a morte. Un cancro silente e maledetto che se ne stava lì da chissà quanto e che lo stava divorando ovunque a poco a poco.



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